La possibilità di chiedere aiuto ad uno psicologo-psicoterapeuta costituisce già il primo e più importante passo verso lo stare meglio.

Nel momento in cui si chiede aiuto si sta già attivando la parte più forte di noi stessi e non la più fragile, come comunemente si pensa.
Riconoscere un proprio momento di difficoltà e rivolgersi ad uno psicoterapeuta vuol dire essere consapevoli di sé, valutare i propri limiti, le proprie ferite, e sentire la necessità di trasformarle in risorse.
Lo psicoterapeuta è un mezzo, il benessere psicologico è il fine.

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    Il Primo incontro: come funziona?

    Proprio perché un incontro di psicoterapia è, prima di tutto, un incontro tra persone, lo psicoterapeuta propone un primo incontro di psicoterapia al fine di valutare insieme la richiesta d’aiuto sia nell’ambito della psicoterapia individuale che nelle situazioni in cui viene richiesta una terapia di coppia o dell’età evolutiva.
    Questo permette non solo di conoscerci e valutare insieme la possibilità di iniziare un percorso terapeutico, ma anche di avere tutte le informazioni rispetto ai costi, ai tempi ed alle modalità di intervento.
    La possibilità di sperimentare emotivamente il grado di accoglienza, di empatia e di reciprocità con lo psicologo, permetterà quindi di valutare la possibilità di intraprendere il percorso di terapia con serenità.
    La psicoterapia è un processo di collaborazione tra una parte (lo psicologo psicoterapeuta), che possiede strumenti importanti di cura, ed una parte (il paziente), al fine di recuperare frammenti della propria storia personale cui ridare un senso, è motivato ad utilizzare gli strumenti che ogni psicoterapeuta ha a disposizione.
    Lo psicoterapeuta diventa quindi uno strumento estremamente significativo di crescita personale attraverso la collaborazione con il paziente, affinché questi ritrovi non solo il senso delle proprie ferite, ma anche la possibilità dare un significato nuovo a se stesso.
    Iniziare un percorso terapeutico rappresenta un’esperienza che permette ad ognuno di attivare la possibilità di trovare nuove e più funzionali modalità di ascolto reciproco e di espressione dei bisogni personali.
    L’intervento dello psicologo psicoterapeuta ha come obiettivi finali sia la soluzione del problema presentato dal singolo, che il benessere di ogni membro, della coppia o della famiglia cui appartiene, nel rispetto delle esigenze reciproche.
    Ognuno di noi ha diritto al meglio, non solo a stare meglio.

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    In cosa consiste la Psicoterapia? Metodo e obiettivi

    La filosofia e il metodo di lavoro che contraddistingue la nostra pratica clinica consiste nell’offrire al paziente il massimo sollievo da un disturbo emotivo nel più breve tempo possibile per aiutarlo a vivere in modo più soddisfacente la propria vita.
    L’obiettivo del trattamento Psicoterapeutico deve essere finalizzato ad aiutare il paziente a essere meno sofferente e più soddisfatto della propria vita , grazie a una maggiore comprensione del proprio funzionamento mentale e deve far acquisire al paziente le capacità e gli strumenti per rivedere e correggere i vari aspetti disfunzionali del modo in cui costruisce la realtà. L’obiettivo è rendere conscio tutto ciò che è inconscio.
    Una psicoterapia riuscita implica in qualche misura che il paziente sia in grado di identificare idee, sentimenti, e ricordi che precedentemente , per un motivo o per un altro, manteneva fuori dalla parte conscia della sua mente o che non aveva avuto l’opportunità di pensare precedentemente.
    Questi pensieri sorgono da nuove prospettive fornite dall’analista, esplicitamente o implicitamente, nel corso di una intima esplorazione con il paziente, basate sull’impegno reciproco finalizzato a indagare le difficoltà dell’analizzando. Ciò comporta che il paziente si sente meglio, la qualità della loro vita migliora, e questo cambiamento è percepibile da amici e parenti.
    La cura di un paziente non si può considerare riuscita senza sapere per che cosa lo si voglia aiutare, ed è impossibile giudicare il progresso di un trattamento a meno che non si abbia in mente il risultato desiderato.
    Pertanto un primo importantissimo passo consiste nell’arrivare insieme al paziente a comprendere quali sono i suoi sintomi e in che cosa potrebbe consistere un miglioramento sintomatologico.
    Per sintomo intendo un aspetto di sé che il paziente ha bisogno di cambiare, in quanto causa di disagio. E’ il paziente che decide quali siano i suoi sintomi, e questo è un punto che non si sottolinea mai abbastanza.
    Certamente il processo di individuazione dei sintomi avviene tramite la collaborazione tra paziente e analista, ma è il paziente che deve avere l’ultima parola sul sintomo, perché la psicoterapia non funziona quando l’analizzando viene curato per qualcosa che egli stesso non ritiene essere un problema, nonostante il terapeuta sia di parere contrario.
    Ne segue che analista e pazienti presumono di perseguire un obiettivo condiviso mentre hanno idee diverse riguardo ai sintomi, che prima o poi emergono e causano disarmonia. La vecchia barzelletta della lampadina : quanti psicoanalisti ci vogliono per cambiare una lampadina? Solo uno, ma le lampadine devono voler essere cambiate!
    Non è necessario che il paziente si rivolga all’analista con le idee chiare di quali siano i suoi sintomi per poter essere curato, molto spesso anzi, il paziente cerca aiuto senza avere alcuna chiara nozione di come dovrebbe cambiare. Il paziente è solo consapevole del suo malessere e desideroso di star meglio.
    Alcuni pazienti sono pronti a riconoscere di aver bisogno di aiuto, ma quando descrivono i loro problemi, questi risultano sempre causati dall’esterno, da coniugi poco comprensivi, colleghi offensivi, problemi fisici o altre situazioni fuori dal loro controllo; non vedono in se stessi nulla che possa essere causa del suo malessere.
    Oppure, può verificarsi l’esatto contrario, come nel caso in cui alcuni pazienti che fanno di tutto per trovare tratti patologici in se stessi per evitare di riconoscere che il oro disagio nasce da circostanze esterne. Esempio: partner abusanti che non vogliono cambiare, figli in difficoltà la cui sofferenza desiderano minimizzare. Riconoscere il meccanismo della negazione è il primo passo verso la guarigione.
    Una volta che analista e paziente sono d’accorso sui sintomi, possono intraprendere una esplorazione che abbia come scopo il sollievo. La psicoterapia ci permette di capire che cosa c’è che non va nel modo in cui il paziente costruisce la propria realtà che percepisce come dolorosa. Una volta compresa la natura del problema, si è solo a metà strada, occorre anche proporre un rimedio.
    Bisogna aiutare il paziente a trovare nuove modalità di funzionamento che sostituiscano quelle vecchie e disfunzionali. Lo scopo dell’analista non è solo quello di scoprire aspetti problematici della vita psicologica del paziente, ma anche quello di poter cambiare questi aspetti.
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    Obiettivo Psicoterapia

    L’obiettivo primario di un percorso di terapia è quello di raggiungere un cambiamento. Tale cambiamento si concretizza nel raggiungimento di uno stato maggiore di benessere personale, non inteso necessariamente come risoluzione totale e definitiva dei problemi presentati all’inizio, ma come acquisizione e attivazione di risorse, di strumenti necessari per affrontare problematiche passate, presenti o future.
    Non si tratta di una trasformazione superficiale, limitata al semplice apprendimento di nuove informazioni o di nuove “tecniche”, ma di una trasformazione sostanziale, a livello sia del pensiero che dell’azione.
    L’obiettivo di ogni percorso terapeutico è quello di rendere il paziente in grado di attuare una profonda riflessione su di sè, attraverso la rinnovata capacità di mettersi in discussione al fine di raggiungere una più completa e complessa consapevolezza di sè.
    E’ proprio attraverso la relazione terapeutica che si arriva ad essere in grado di interrogarsi e mettersi in gioco in modo nuovo.
    Attraverso l’esperienza di fiducia che si viene a creare con il proprio terapeuta, il paziente arriva a costruirsi un’esperienza di relazione e con essa una diversa modalità di rapportarsi agli altri, favorendo il senso di autonomia e l’attivazione di nuove risorse anche in altri contesti ed in diverse situazioni.
    Infine, un altro importante cambiamento che si può ottenere dal percorso terapeutico è quello di cambiare atteggiamento nei confronti del concetto di verità: non si è più alla ricerca di certezze assolute, che durino nel tempo, ma si impara ad interrogarsi, a dubitare e a vivere nel dubbio, mettendosi in discussione, accettando i diversi punti di vista, considerando tutto ciò come una risorsa, un’occasione di crescita personale e non più un limite.
    Si fa propria una visione positiva della vita e l’idea che esistano diversi modi di vedere il mondo “reale”, secondo una logica in cui è ammessa l’esistenza di diversi mondi possibili.

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