Una delle caratteristiche della società moderna è la tendenza ad incoraggiare l’acquisto come fonte di felicità, in uno strumento per costruire una identità sociale accettata e gradita, considerando lo shopping persino una tecnica per scaricare le tensioni di una giornata difficile.
La sindrome da shopping, spesso il risultato dell’incontro e intreccio tra una manifestazione del disagio individuale e uno stile di vita proposto, alimentato ed esaltato a livello sociale.
Lo Shopping Compulsivo è contraddistinto dalla tendenza incontrollabile all’acquisto, generalmente la persona che ne è affetta sperimenta uno stato di forte tensione che può essere lenita solo cedendo all’impulso di comprare. Tale tendenza all’acquisto compulsivo ha delle ripercussioni negative che possono compromettere, più o meno seriamente, i diversi ambiti della vita della persona come quello finanziario, psicologico, lavorativo, relazionale.
Caratteristiche :
Profilo dello Shopper
Circa l’85% degli individui affetti da Shopping Compulsivo è rappresentato da donne, generalmente di classe media (impiegate, insegnanti, segretarie, casalinghe) con un età media intorno ai 40 anni; è significativo che in queste donne la tendenza all’acquisto compulsivo, o comunque un rapporto complicato con lo spendere, può già essere presente fin dall’ adolescenza.
Per quanto riguarda gli oggetti acquistati si può affermare che generalmente le donne prediligono gli oggetti che richiamano l’ “immagine” ( abbigliamento, cosmetici, scarpe, borse, gioielli ecc..) mentre negli uomini, lo shopping compulsivo, si focalizza per lo più sull’acquisto di oggetti che rappresentano il “potere” o il “prestigio” (tecnologia, auto, moto, generi sportivi ecc..).
Per quanto riguarda gli oggetti acquistati è importante sottolineare che essi quasi sempre perdono il loro fascino subito dopo l’acquisto compulsivoe non di rado vengono regalati, riposti e mai utilizzati o, addirittura, buttati via.
Tale atteggiamento è spiegabile dal fatto che quasi sempre la riduzione della tensione che precede l’acquisto è seguita da sentimenti di colpa e vergogna, per cui si tende ad occultare agli altri l’oggetto comprato.
La relazione conflittuale con l’oggetto acquistato è una riprova di come lacompulsione all’acquistopossa nascondere, in realtà,sentimenti di vuoto, tristezza, depressione, senso di inadeguatezza e, soprattutto, bassa autostima.
A tal proposito è utile esaminare le “comorbilità” che più frequentemente si associano alloShopping Compulsivo; è infatti risaputo che la maggior parte delle persone affette da dipendenza dagli acquisti presentano spesso, con esordio già nell’adolescenza, problematiche psicopatologiche di diversa entità e gravita, in particolare allo Shopping Compulsivo sono stati associati problematiche legate alla Depressione, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo del Controllo degli Impulsi e al Disturbo Alimentare (soprattutto Bulimia).
Sembra che“l’impulso all’acquisto” sia innescato con maggior probabilità da sentimenti correlati alla depressione ( di entità lieve) come la tristezza, il senso di vuoto, la bassa autostima, la frustrazione e la rabbia; in quest’ottica l’acquisto compulsivo aumentando, almeno temporaneamente, i sentimenti positivi come l’autostima, la gratificazione, l’eccitazione, il senso del potere, sia in grado di neutralizzare tali stati.
In questa prospettiva il ricorso allo shopping compulsivo agisce, da un punto di vista funzionale, come una classica dipendenza da sostanze (alcol, droghe) che si auto-rinforza, in sorta di circolo vizioso, proprio in virtù del temporaneo effetto di “benessere” che produce.
Una terapia efficace di questo problema deve, inoltre, facilitare un graduale controllo sempre maggiore dei propri impulsi, instaurando gradualmente una nuova modalità di effettuare acquisti, caratterizzata dalla capacità di limitare il budget di compere periodicamente e dalla possibilità di uscire per negozi, ispezionando prodotti senza necessariamente portarseli a casa.